Passa ai contenuti principali

Il Lavoro in Agricoltura: un problema di costi di produzione e competitività. Ne ho parlato per l'Edicola del Sud

 Secondo i dati del Piano triennale di contrasto allo sfruttamento del lavoro in agricoltura, il tasso di lavoro non regolare nel settore è il più elevato tra tutti i settori economici, attestandosi al 24,2%. Il tutto al netto degli "invisibili", ossia i lavoratori senza titolo di soggiorno o non iscritti alle liste anagrafiche, condizioni che li rendono maggiormente vulnerabili al fenomeno.

L'opinione ormai unanime è che l'ampia diffusione del lavoro irregolare sia connessa alle caratteristiche dell'impresa sul ciclo biologico; l'ineffettività delle tutele del lavoro è quindi problema da affrontare anche attraverso l'analisi delle dinamiche della produzione e del posizionamento dei produttori lungo la filiera.

La PAC è più orientata al mercato ed il valore dell'alimento si realizza maggiormente nelle fasi di trasformazione, i margini di profitto delle aziende agricole sono perennemente sotto pressione. A tanto si aggiunge l'impossibilità per i produttori agricoli di incidere sul prezzo degli input della produzione ed quello di cessione dei prodotti, garantendo copertura dei costi e margini di profitto. 

Il costo del lavoro è quindi l'unica variabile rispetto alla quale l'impresa agricola datoriale può limare i costi di produzione e conservare la propria competitività.

Novità di rilievo è il nuovo divieto di condizioni contrattuali eccessivamente gravose per il produttore ex art. 5 d.lgs. 198/2021, ivi compresa quella di vendere al di sotto dei costi di produzione, nonché il meccanismo di sostituzione di diritto del prezzo nel caso in cui la disciplina delle vendite sottocosto (d.lgs. 114/1998 e d.p.r. 218/2001) produca effetti distorsivi nella filiera agroalimentare ex art. 7 d.lgs. 198/2021.
Infine, l'art. 168, par. 4, lett. i, Reg. 1308/13, come modificato dal Reg. 2117/2021, oggi precisa che il prezzo di cessione delle materie prime agricole, pur restando oggetto di libera contrattazione, deve essere calcolato combinando diversi fattori, tra cui i costi di produzione.

In conclusione, agli imprenditori agricoli è stato fornito un nuovo indicatore cui ancorare i prezzi degli scambi commerciali. I costi medi di produzione per coltura saranno elaborati da ISMEA e, per alcune colture, sono già disponibili. Non resta che verificare l'impatto che avrà la nuova regolazione sul lavoro in agricoltura. 




Commenti

Post popolari in questo blog

L’operatore del settore alimentare, la posizione di garanzia delineata dal reg. (CE) n. 178/2002 e delegabilità delle funzioni: un criterio di imputazione della responsabilità

Sono lieto di condividere la pubblicazione di un mio contributo per la   Rivista di diritto e giurisprudenza agraria, alimentare e dell'ambiente . Trattasi di una nota a Cass. Sez. II, 5.12.2022, ord. n. 35685, che si è pronunciata sull'impugnazione proposta dal legale rappresentante di una società di grandi dimensioni avverso l'ordinanza-ingiunzione avente ad oggetto la sanzione di cui all'art. 2 d.lgs. n. 1902006 per la violazione dell'art. 18 Reg. (CE) 178/2002. A mio sommesso avviso, le precisazioni al principio di diritto sono di particolare importanza sia per quel che concerne i Controlli Ufficiali e l'individuazione dei responsabili delle violazioni, sia per i professionisti attivi nella redazione di MOG231 di imprese alimentari.  Puoi leggere qui  l'articolo .

L'analisi del rischio ex Reg. (CE) n. 178/2002

Il Regolamento (CE) n. 178/2002 stabilisce i principi ed i requisiti generali della legislazione alimentare, realizzando il concetto "dai campi alla tavola" già enunciato nel Libro Bianco del 2000; la libera circolazione di alimenti sicuri e sani, infatti, è un aspetto fondamentale del mercato interno e contribuisce in maniera significativa alla salute e al benessere dei cittadini nonché ai loro interessi sociali ed economici. L' analisi del rischio è una delle priorità che il legislatore deve porsi al fine di tutelare l'interesse primario della salute umana e degli animali. Precisamente, l'analisi del rischio è quel "processo costituito da tre componenti interconnesse: valutazione, gestione e comunicazione del rischio" finalizzato ad introdurre una metodologia sistematica per definire provvedimenti (o altri interventi a tutela della salute) efficaci, proporzionati e mirati. La fase della valutazione del rischio  è definita come "processo su base sc